Per la signora Dell'Orzo

Non so se l'autrice dell'articolo volesse ridicolizzare o meno le scelte di Viesti. Poco mi importa saperlo. 

Quello che mi preme, invece, evidenziare senza il benchè minimo dubbio (dati alla mano) è quello per cui il rilancio di qualsiasi cosa (la Fiera in questo caso) debba passare necessariamente dal taglio drastico di chi continua a boicottarla e di chi continua a sfruttarla per scopi personali, mi riferisco a certe sezioni interne dello stesso ente che, come detto da Viesti, si comportano non esattamente da buoni soldati. 

Questo lo scrivo intanto perchè ascoltato e confermato da Viesti oggi, dunque non corro alcun rischio nel confermarlo ancora una volta , e poi perchè sono fermamente convito che il rilancio passi prima dall'estrazione della gramigna barese. E se non spariscono questi "melanomi" all'interno della Fiera, complici i boys esterni travestiti da giornalisti, si comprenderà che a nulla serve, poi, tentare di far quadrare i conti, perchè quadrare i conti - si sa - era l'obiettivo principale senza del quale non potrà mai esserci il rilancio di un ente. Le nozze non si fanno coi fichi secchi, mi pare, Bari calcio docet. Il rilancio dovrà passare attraverso  l'estetica. Lui stesso oggi ha affermato che ci si trova davanti a padiglioni vecchi 70 anni, senza aria condizionata e vetusti che mal si addicono ad un ipotesi di rilancio. Ma ristrutturarli, ovviamente, ha un costo e in questo momento è difficile reperire soldi.

A Bari funziona così

Come volevasi dismotrare. Ancora una volta Bari (e non rompete le palle dicendomi che non devo generalizzare) si scopre per quella che è: una città piccola, provinciale, portaborse della casta, e spinta col il vento levantino a metter zigzania laddove si comincia a intravedere un briciolo di ripresa.

Fiera del Levante: chi mi conosce (bene) sa quante cose assolutamente vere potrei dire su quell'ente e non mi riferisco ai dati di fatto ma a tutto ciò che è all'interno, cose che evito, ovviamente, di pubblicare ma una cosa voglio anticiparla. Qualche idiota in conflitto con le scelte della presidenza perchè gretto provinciale e di parte avversa, ma anche idioti, più o meno celebri, trombati che succhiavano ninfa elaborata dalle precedenti gestioni, magari anche spingendosi oltre (e quanti esempi potrei fare...), ha pensato bene di strumentalizzare la scelta che avrebbe spazzato via il periodo borbonico-angioino-bizantino barese con la storia dei biglietti omaggio per scopi politici, aizzando il popolo, per screditare la gestione Viesti. Peccato che se lo son presi in saccoccia. E pure di brutto. E già, perchè in fase di conferenza stampa che il Presidente Viesti farà a fine Campionaria, dirà - mostrando i dati - che il pubblico venuto meno fino a venerdi scorso è solo del 15%. E aspettate: c'era il sabato ed oggi, domenica. E i vialoni erano, sono e saranno stracolmi. E a nulla saranno valse le rivolter pilotate degli espositori che hanno incassato fiumi di soldi, sicuramente un euro in meno, ma semrpe fiumi e barche di soldi. dati alla mano.

Mo' avast

Qualcuno, evidentemente non in sintonia con una certa linea guida, si è posto, in sede di conferenza stampa pre-inaugurazione Fiera, il quesito: che centra il Bari con la Fiera?

Confesso che prima di proporre questo incontro alla Fiera ho pensato a Plutarco e alle sue Vite Parallele da cui, spesso, mutuo stralci nei miei editoriali. Cosa centrano? Bari Calcio, ultrasecolare, e Fiera del Levante, settantacinque anni portati più o meno bene, seguono gli stessi obiettivi: rilanciarsi dopo periodi difficili attraverso il risanamento dei bilanci, prima, e attraverso quello tecnico dopo.

Bari e Fiera non percorrono la strada flaubertiana di Madame Bovary che, per sfuggire alla noia - metafora del momentaneo periodo difficile in cui si trovano le due istituzioni per Bari – si dava all'adulterio non prima di essersi guardata vanitosamente allo specchio, ma tentano di risalire con umiltà e a fari spenti quelle posizioni che gli competono di diritto grazie alle quali hanno sempre fatto parlare di se nei media nazionali ed internazionali.