Per la signora Dell'Orzo

Non so se l'autrice dell'articolo volesse ridicolizzare o meno le scelte di Viesti. Poco mi importa saperlo. 

Quello che mi preme, invece, evidenziare senza il benchè minimo dubbio (dati alla mano) è quello per cui il rilancio di qualsiasi cosa (la Fiera in questo caso) debba passare necessariamente dal taglio drastico di chi continua a boicottarla e di chi continua a sfruttarla per scopi personali, mi riferisco a certe sezioni interne dello stesso ente che, come detto da Viesti, si comportano non esattamente da buoni soldati. 

Questo lo scrivo intanto perchè ascoltato e confermato da Viesti oggi, dunque non corro alcun rischio nel confermarlo ancora una volta , e poi perchè sono fermamente convito che il rilancio passi prima dall'estrazione della gramigna barese. E se non spariscono questi "melanomi" all'interno della Fiera, complici i boys esterni travestiti da giornalisti, si comprenderà che a nulla serve, poi, tentare di far quadrare i conti, perchè quadrare i conti - si sa - era l'obiettivo principale senza del quale non potrà mai esserci il rilancio di un ente. Le nozze non si fanno coi fichi secchi, mi pare, Bari calcio docet. Il rilancio dovrà passare attraverso  l'estetica. Lui stesso oggi ha affermato che ci si trova davanti a padiglioni vecchi 70 anni, senza aria condizionata e vetusti che mal si addicono ad un ipotesi di rilancio. Ma ristrutturarli, ovviamente, ha un costo e in questo momento è difficile reperire soldi.


Piuttosto ha parlato di necessità di informatizzare la rete che dovrebbe sfornare i dati fieristici con più frequenza e velocità. E su questo è parso intransigente circa una eventuale investimento. 

Come a dire: investiamo quel poco che abbiamo sull'informatizzazione, che poi man mano che arrivano i riscontri, si pensa. E' questa, insieme alla mancata "voce" dell'ufficio stampa (son parole sue), una delle lacune prioritarie per la Fiera. 

Io credo che la sua idea di innovazione fieristica, contrariamente al probabile sottile e feroce sarcasmo dell'articolista (ma non ne sono certo) sia fattibile ancorchè affascinante. Il mito della fiera campionaria e dell'expolevante, tanto criticati dalla stessa articolista e da tutta Bari, spariranno per sempre. Al loro posto non fiere specializzate ma fiere a "moduli", ovvero particolareggiate per metri quadri. 

Ha detto anche che rivedrà il prezzo del biglietto ritenuto, in effetti, troppo alto assumendosi la responsabilità dell'errore, aggiungo io in buona fede, atteso che lo scorso anno entrare in fiera costava 6,50. Dunque 50 centesimi in più. Via per sempre il biglietto omaggio, vera e propria gramigna barese, arma usata ad michiam dai detrattori, un po' in stile Torre Quetta e il finto amianto smentito due ore dopo. 

Aggiungo - e concludo - che tra le tante cose che dovrà rivedere sarà quello di ridurre al minimo i chioschi per lasciare il posto a qualcosa di più selezionato senza snaturare il principio di "passeggiata": come a dire, venite in Fiera, si, bevetevi pure la peroni ma solamente qua e la, non dappertutto. Le fiere di paese sono altrove, non a Bari.

Evito, invece, di entrare nel merito di altre bassezze descritte in questo articolo dal momento che, essendo io l'unico "imparentato" lassù, nella sala Triggiani, correrei il rischio di essere cattivo velenoso e soprattutto devastante verso l'articolista, oltre al fatto che la stroncherei subito con una parola sola. 

Pregherei la Dell'Orzo di informarsi sulla persona "imparentata" prima di sparare minchiate cosmiche come Battiato.‎ Comprendo che - a differenza di precedenti gestioni allegre - la tradizionale questua fieristica sia andata male e comprendo anche che il posto come ufficio stampa, parimenti con un'altra collega ultimamente messa fuori da un'altra situazione, sia per la signora parecchio ambita ma, ascolti a me, non è cosa per lei. Si fidi di me almeno stavolta. E nemmeno per la sua delfina che, poverina, se ne va in bici o prende la linea numero 4 mostrandosi ligia all'uso dei mezzi pubblici ma poi è uguale agli altri nell'abuso. Impari, piuttosto, ad esser educata e a rispettare chi lavora con abnegazione (anche) per lei. Anzi, chi lavorava per lei. E se ha del rancore personale nei miei confronti, che abbia il coraggio di dirmelo in faccia e non attraverso parole crittografate. Che qui nessuno è fesso.
Cordiali saluti

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