A proposito di Bari calcio...

Leggevo stamattina la gazzetta dello sport e lo sguardo si è soffermato su alcuni punti. Il primo (e questa non è una novità anche in condizioni di normalità) sul fatto che abbiano dedicato almeno un articolo a tutte le squadre di A, meno che al Bari (parliamo dell'edizione nazionale, ovviamente).

Il secondo sul fatto che l'Udinese intanto va benone in quanto esiste una programmazione (che non fa rima con enormi investimenti, ovviamente) e che il trucco di tanta armonia e dei risultati, secondo il collega friulano, stia nello spirito di gruppo, non tanto in quello dello spogliatoio, verificabile a "tavola" nelle loro case coinvolgendo le famiglie.
Alla luce di tutto ciò il pensiero è andato al Bari, inevitabilmente.

Un Bari relegato ultimo laggiù in classifica a chi può interessare da Aosta a Lampedusa e da Alghero ad Otranto? A nessuno, ovviamente. Immaginiamo cosa ne sarà del Bari dal momento che preparandosi alla B con la solita superficialità (della serie prendi 3, ne paghi il solo stipendio ad 1), non se ne darà nemmeno risalto ad un eventuale anticipo/posticipo con il Torino di turno, come il trafiletto dedicato oggi, appunto manco a farlo apposta, a Torino Atalanta: il nulla, se non il giorno delle gare dove, inevitabilmente, per causa di forza maggiore, si dovranno scrivere le formazioni e il giorno dopo per classifiche e risultati. Ahimè.

In virtù di tutto questo ho fatto una considerazione: protestare, contestare Matarrese, a quanto pare, non serve a nulla perchè è lui che decide il buono e il cattivo tempo della "sua" squadra, importandosene relativamente (per non dire un fico secco) che i fruitori del prodotto non sono proprietari di case o automobilisti transitanti sui nuovi ponti costruiti qua e la nel mondo, nè tanto meno alunni di scuole elementari, men che meno gli impiegati della Regione Puglia i cui lavori aggiudicatisi da Matarese per una cospicua cifra (che insieme a quelle di altre commesse sparse in Italia, europa e mondo, decuplicano Punta Perotti) sono partiti lo scorso anno, ma sono i TIFOSI che, pure, spendono soldi per gli abbonamenti, per i biglietti e sui gadget vari, insomma, non ne godono senza dare nulla in cambio (do ut des), a differenza delle suddette persone.

Quella panolada di domenica, come ho evidenziato nel mio editoriale su Go-Bari, è stata importante ed indicativa perchè generata da improvviso scuotimento delle coscienze dei tifosi, quelle di cui parlavo in tempi non sospetti in un mio articolo, puntualmente criticato dai soliti idioti frustrati e schiavi del potere che credevano nella "Chancon de geste" di Vitino Barreto di cui, addirittura, taluni si vantavano pubblicamente di averne il numero di cellulare, pronto a chiamarlo in qualsiasi momento, e di esserne persino amico sul tanto vituperato social network fsb. Tifosi impotenti davanti a tanto scempio calcistico e che civilmente e, contemporaneamente, rumorosamente, ha scosso gli occhi dell'opinione pubblica.
Matarrese ha tenuto conto del "fiato" della tifoseria, andandosene un quarto d'ora prima. Adesso non abbiamo certezze sul suo possibile disimpegno ma posso assicurarvi che, quanto meno, l'asse eternamente rigido gravitante attorno al pianeta del San Nicola in Via Torrebella attorno al quale girano picci, capricci, vizi, (mal)affari e prese di posizione sulla squadra ha cominciato a pendere. E questo è già tanto.

Matarrese è un presidente che non è mai riuscito ad emozionare i tifosi. Mai. E quando qualcosa è successo (colpi vari a San Siro et similaria), è sempre stato frutto del fisiologico caso. Mai scaturiti da programmazione.
Matarrese non ha mai fatto venire i brividi sulla schiena i tifosi. Solo "normale amministrazione".

E tornando al paragone con l'Udinese che sento spesso sulla bocca dei tifosi, credo che imitare qualcuno non ci si riesce quasi mai, anzi, spesso copiando copiando - la scuola insegna - il rischio è di avere un bel "2".... con tanto di bocciatura.
Io credo che ogni squadra debba portare avanti un programma entro il quale devono essere primarie le attenzioni verso il settore giovanile, potenziandolo e investendoci, eliminando, come nelle università, i "baroni" con tutti i nessi e connessi: tra l'altro, nello specifico, non mi pare che i preposti alle relative squadre stiano eccellendo nei rispettivi tornei giovanili e un motivo ci sarà. Investendo, dicevo, costruendo una cittadella sportiva, magari ristrutturando l'antistadio, adeguandolo ad una piccola "Milanello", con recinzione a prova di "spioni" di altre squadre, senza dover emigrare a Bitonto, e solo dopo, eventualmente, prendere l'ispirazione dal modello Udinese ma, ripeto, evitando di copiare perchè la personalità di ogni società, di ogni individuo, è soggettiva altrimenti il rischio è alto.

A Bari è sempre mancata la cultura del progetto: ad esso si è sempre preferito vivere alla giornata, allestendo squadre basandosi sulla quantità piuttosto che sulla qualità. A Bari, i tifosi, non riescono ad innamorarsi della squadra: piuttosto la società li mette in condizioni (mi duole dirlo ma è tremendamente vero: del resto anche questo scrissi all'epoca tanto che qualcuno in vari forum, l'ha fatta propria come massima) di far sesso con i colori e mai l'amore. Purtroppo.
Adesso, nell'attesa che il Presidente prenda le sue decisioni, sarebbe auspicabile da parte dei tifosi di dare continuità alla panolada, magari sfruttando internet e divulgando certe immagini nelle quali, potenziali acquirenti, possano capirne il bacino d'utenza e la grande tifoseria che sussiste, assolutamente sprecata per un paese come l'Italia, anche in chiave europea.

Sperando davvero che un'epoca sia al capolinea, un'epoca vissuta sempre con l'improvvisazione anche nei momenti illusori in cui sembrava che le cose stessero andando bene, e con essa tutto quanto ruota più o meno lecitamente/illecitamente attorno al calcio barese, restiamo fiduciosi per una nuova e, stavolta, definitiva consacrazione nel calcio che conta dove - preciso - nessuno si aspetta di classificarsi sempre tra le prime 4, e ci mancherebbe, ma quanto meno di essere competitivi, dunque perdere, pareggiare e vincere con chiunque ma "a testa alta" e con convinzione. Poi ci sarà pure il tempo per retrocedere. Ma in piedi. Perchè se si ha la forza di retrocedere in piedi, state pur certi, che la risalita durerà solo un anno. Come accade a Bergamo, Lecce e Brescia.

Anche la stampa locale da sempre "pregata" di remare a favore e mai a sfavore, dovrà, d'ora innanzi, remare a favore della rinascita calcistica, del rinnovamento, del nuovo corso e non rimanere ancorata all'epoca dei vassalli perchè rimanere ancora conformi al "vecchio" vorrebbe dire che, da parte della stessa stampa, non ci sarà mai l'intenzione di progredire e nè di far crescere una città, discutibile quanto volete, ma - schiaffatevelo nella mente, piaccia o meno - pur sempre metropolitana.

Infine aggiungo: mettersi conto la natura, contro il decorso delle cose naturali, è tra gli sbagli più grossi che l'uomo può fare e gli esempi dei disastri ecologici, pluviali, esondativi, marini, lo stanno a dimostrare. Anche le stesse radici degli alberi che spesso vediamo per le strade sollevare l'asfalto: la natura si vendica sempre contro chi vuol proseguire la strada innaturale. A volte bisogna avere il coraggio di dire basta. Senza attendere gli 80 anni. E di questo passo, anche i 90.

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